La Didattica Laboratoriale per gli Alunni con Bisogni Educativo: Formativi Speciali

di Carlo Cimino

La didattica come Laboratoriouno degli approcci migliori per costruire competenze

 Questa Nota vuole portare a conoscenza a quanti operano come educatori e insegnanti nelle scuole  di vario ordine e grado, di quanto sia necessario un approccio didattico più efficace e innovativo  per tanti ragazzi con  bisogni educativi speciali e unici.

Il presente lavoro riporta nella fattispecie l’esperienza condotta come insegnante di sostegno in un Istituto professionale di Benevento (sud Italia).In particolare ,ho avuto modo di praticare ,avendo a che fare con alunni con particolari bisogni  formativo-educativi speciali,  una didattica come “laboratorio”, attraverso l’individuazione di problemi ,la formulazione di ipotesi ,la sperimentazione e la ricerca.

Si è cercato di favorire, in chiave metacognitiva(Cornoldi,2007), l’operatività e nel contempo il dialogo e la riflessione su quello che si andava facendo e dove gli alunni coinvolti, interagendo e collaborando tra loro, erano  attivamente impegnati nel corso del curricolo laboratoriale(UDA)  per la realizzazione del prodotto finale, nella fattispecie una “stampa”. Quest’ultima ha voluto essere una  “fotografia”, da diverse angolazioni disciplinari,  di una bevanda, il vino, tra le più conosciute ed apprezzate al mondo. Tale curricolo laboratoriale  ha toccato vari ambiti d’indagine : dalla storia e leggenda del vino , alla sua produzione, filiera, degustazione, passando attraverso l’arte  degli abbinamenti vino /cibo, fino  ai fattori di  rischio  per la salute .Nel corso di tale curricolo gli alunni  si sono  visti parte attiva e figura centrale  nel loro  processo di crescita sia sul piano   socio-educativo, che  su quello delle competenze.

Si è dato  maggiore  risalto  alla  loro azione autonoma, sia pure costantemente istruiti (tecnica dell’autoistruzione verbale,Whitman,1990),cercando di dare maggiore spazio alla ricerca, alla riflessione, alla contestualizzazione ,nonché al sapere agito dagli  alunni  in prima persona. Per lo svolgimento del lavoro è stata applicata, nelle linee generali, la  procedura che si rifà alla ben nota strategia di autoregolazione cognitiva (Ianes 1990) di problem solving , individuando le seguenti fasi :

– definizione  del  problema e  dell’obiettivo da raggiungere ;

-valutare le risorse disponibili (materiali, dati, informazioni, notizie, tabelle, immagini anche tramite ricerca  web); 

–  pensare una gamma di ipotesi di soluzione riguardo la presentazione del prodotto atteso;

– valutare i pro e i contro di ogni ipotesi immaginata e definirne la fattibilità;

– scegliere l’ipotesi di soluzione più efficace;

– verificarne  gli esiti per eventuali aggiustamenti del piano seguito;

–  valutazione del risultato finale.

Naturalmente nell’ambito di questa Unità di apprendimento vi sono state anche  lezioni frontali da parte dell’insegnante di sostegno limitate a fornire alle alunne informazioni necessarie alla realizzazione del Lavoro; esercitazioni per consolidare alcune abilità necessarie ( v. sezione relativa a “Quanto si può bere?”, quella relativa all’Abbin.cibo/vino,quella relativa a Fattori condizionanti la qualità del vino) e infine  lezioni conclusive utili per modellizzare l’esperienza condotta.

Considerato  che l’Unità di apprendimento ,così come concepita dalle Indicazioni Nazionali  , è orientata  a promuovere, in chiave metacognitiva, lo sviluppo di competenze, a loro volta costituite  da abilità e conoscenze , questa unità nella fattispecie è stata  utile anche a verificare e valutare il profitto delle alunne. Infatti, è stato possibile  estrapolare :  quesiti , domande, test, colloqui, brevi elaborati, che hanno consentito di valutare non solo il conseguimento delle loro abilità e conoscenze, ma anche di verificare se le sapevano applicare con autonomia e responsabilità. Inoltre, quando le ragazze erano impegnate nella realizzazione del prodotto , si è avuto il modo di osservarle, nonché di rilevare comportamenti socio-relazionali e comunicativi, modalità di approccio al lavoro, l’accuratezza, la perseveranza nelle attività.Elementi,questi, che sono stati  anche usati  per apportare alcune rettifiche,quando si rendeva  necessario,  all’intervento didattico intrapreso.

L’utilizzo ,inoltre, di questo strumento di apprendimento  come mediatore iconico ha facilitato le alunne  nella fase di  ripasso e consolidamento  dei contenuti essenziali .

Un altro aspetto positivo di questo approccio curricolare  per competenze (UDA),in chiave metacognitiva, è stato quello di sviluppare  nelle ragazze la consapevolezza di quello che andavano  facendo e del perché lo facevano, contribuendo a farle diventare il più possibile artefici diretti dei propri processi cognitivi al fine  di dirigerli efficacemente nella realizzazione del  compito. Tutto questo con riflessi positivi,al di là dei saperi essenziali acquisiti, sul loro processo di crescita individuale,relazionale,nonchè sociale.

Con questa esperienza  si è potuto anche  sperimentare come questo  strumento di apprendimento(UDA),nello spirito delle Indicazioni nazionali  e nella prospettiva della promozione di competenze, privilegia l’aspetto cooperativo del gruppo dove insieme le alunne,condividendo informazioni,procedure , strategie,momenti di riflessione,di confronto , ma anche di  ansia e di emozione,hanno manifestato maggiore  interesse e motivazione ad  apprendere.  Ciò non è poco se si considera che nelle classi di oggi troviamo sempre più alunni disattenti,iperattivi,demotivati,con dsa,dove un approccio didattico  tradizionale di tipo trasmissivo non risponde in modo esaustivo ai bisogni formativo-educativi unici di tanti ragazzi .

Un’altra caratteristica di questo curricolo per competenze è la flessibilità nell’uso didattico-apprenditivo di questo strumento. Infatti,pur con gli ambiti d’indagine interdisciplinari ben definiti,tale modulo è adattabile,rettificandone opportunamente i livelli di complessità e di approfondimento,alla generalità degli alunni,ivi compresi quelli con bisogni formativo-educativi specifici per stili e livelli di abilità.

Per tutti questi aspetti,la didattica per competenze attraverso le UDA rappresenta  a mio parere,la via maestra per una didattica valida,nonché inclusiva, soprattutto in  classi numerose e complesse(con alunni demotivati,disattenti,con dsa etc..) dove si possono innescare più facilmente condotte antisociali che compromettono il clima di classe,con possibili ripercussioni sul  processo maturativo personale-sociale dell’alunno.

E’ auspicabile che tutto il curricolo possa essere realizzato tramite la progettazione di più  Unità di  apprendimento che, programmate intorno ai vari ambiti d’indagine disciplinare,possano fare da sfondo a tutta l’organizzazione del percorso didattico interdisciplinare.

Author’s Bio: Con un master post-laurea in “Teorie e tecniche della Programmazione e della Valutazione”, presso l’Università degli Studi di Ferrara, Carlo Cimino è un docente di sostegno di scuola secondaria superiore italiana con una lunga esperienza di insegnamento ad alunni con bisogni educativi speciali e disabilità intellettive. Ricerca e sperimenta continuamente nuove modalità ed approcci didattici, ottenendo risultati di indubbio valore non solo con alunni diversabili ma anche con quelli normodotati. E’ componente del gruppo di lavoro di metodologie didattiche presso il proprio Istituto.
Bio: Carlo Cimino, with a master in experimental didactics ,planning and evaluation techniques, is a long experienced special needs students teacher. He always experiments new methodology and approaches and has devoted himself to constant study and research of successful didactics for teaching to students with special needs with results applicable also to mainstream classroom. He is also member of the “new didactic methodologies” group in his school

Bibliografia  consultata  :

Cornoldi C. 1995 , Metacognizione e apprendimento,Bologna,il Mulino

Cornoldi C. 2007 ,Difficoltà e disturbi dell’apprendimento, Bologna, il Mulino

Cornoldi C. ,De Beni R. 2015, Imparare a studiare,Trento,Erickson.

Ianes D., 2006 , La speciale normalità, Trento,Erickson.

Cornoldi C., 1990 a, Autocontrollo,metacognizione e psicopatologia dello sviluppo,Orientamenti pedagogici

Derry S,J.,1990, Remediating academic difficulties  through strategy  training, Remedial and Special Education.

Cornoldi C.,Caponi B.,,1991, Memoria e Metacognizione,Trento, Erickson.

Bandura A., 1996, Il senso di  autoefficacia  ,Trento, Erickson.

Bandura  A.,2000,, Autoefficacia  teoria e  applicazioni,  Trento,Erickson.

Whitman  T. ,1990, Autoistruzione e ritardo mentale: Lo sviluppo di abilità autoregolatorie verbali, Trento,Erickson.